Sepetys Ruta - 2016 -Ci proteggerà la neve by Sepetys Ruta

autore:Sepetys Ruta [Sepetys Ruta]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788811145950
Google: 06HvDAAAQBAJ
editore: Garzanti
pubblicato: 2016-09-20T22:00:00+00:00

Mi sedetti dentro il cinema, vicino alla porta sul retro. Avevo inquadrato correttamente il marinaio oppure ero giunto a conclusioni affrettate? C’era davvero un eroe disperato dentro di lui o aveva solo un’eruzione cutanea da stress? L’errore che avevo fatto fidandomi del dottor Lange mi tormentava; forse la mia capacità di giudizio era compromessa.

Fin dal primissimo giorno mio padre aveva visto in lui quell’essere manipolatore e malvagio che era in realtà. Io lo giustificavo, volendo a tutti i costi avallare le ragioni per cui aveva scelto di lavorare con me. Desideravo credere che la sua motivazione fosse salvare e preservare i tesori del mondo dell’arte.

Una sera burrascosa del luglio scorso era arrivato un grande quadro su un camion scortato da guardie armate. Il dottor Lange stava cenando con dei colleghi e avevo ritirato io la consegna dai soldati. Avevo tolto il dipinto dall’imballaggio, esaminandolo per vedere se fossero necessari restauri o riparazioni. Avevo riconosciuto immediatamente quella scena di caccia invernale. L’artista era Julian Fałat, un pittore polacco. L’arte di Fałat era illustrata nei libri dell’istituto.

Il quadro era molto caro ai polacchi. Era proprietà della Polonia.

I nazisti, su indicazione dell’avido Erich Koch, lo avevano rubato.

Qualche giorno dopo avevo trovato le mie lettere ancora chiuse nel cassetto del dottor Lange. Mi ero sentito male. Lui sosteneva che eravamo una squadra, eppure non si era nemmeno preso la briga di aprirle, non gli importava quello che io avevo da dire. Ero rimasto seduto sul mio letto per un’intera giornata, nauseato dal terrore che mio padre avesse ragione a proposito di Lange. Avevo ripercorso mentalmente tutti gli episodi del nostro rapporto, analizzandoli da ogni prospettiva. Le opere d’arte nascoste sotto i teli, i sussurri, le strette di mano, le consegne a tarda sera. Speravo di sbagliarmi, ma arrivavo sempre alla stessa conclusione: Koch e Lange non stavano salvando i tesori dell’Europa.

Li stavano rubando.

E, senza saperlo, io li avevo aiutati.

Il giorno seguente avevo lasciato il mio appartamentino vicino al museo e avevo preso un treno per Tilsit. Mio padre avrebbe saputo che cosa fare. Insieme avremmo pensato a una soluzione. Una volta arrivato, avevo trovato la porta d’ingresso appesa a un cardine. La casa era stata saccheggiata. Il nostro vicino era uscito subito e mi aveva fatto entrare in fretta da lui.

«Mi dispiace molto, Florian», mi aveva detto piangendo. «Tuo padre... sei arrivato troppo tardi.»

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